Sono abituata ad avere a che fare con i giornalisti, alle loro gaffe imbarazzanti quando si parla di persone con disabilità, ed ogni volta dover spiegare loro come si scrive, cosa scrivere e cosa non scrivere per non cadere in quel triste, superato, ignorante stereotipo che vede ancora la persona con disabilità come un povero disgraziato che “nonostante i suoi limiti” ( e qui partono le musichette struggenti e i fazzolettini) riesce a battere il destino che è stato così crudele con lui e a condurre una vita normale. Ultimamente …
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